La mastoplastica additiva si è evoluta moltissimo negli ultimi anni, per soddisfare le richieste sempre più esigenti delle pazienti. Oggi le pazienti non si accontentano dell’aumento del volume del seno, ma desiderano un effetto naturale e duraturo; non è più accettato, e accettabile, un risultato alla Pamela Anderson di qualche anno fa, dove non era posta alcuna attenzione alla forma e alla naturalezza del nuovo seno, ma se ne enfatizzava soltanto la dimensione.
Tuttavia, garantire un risultato naturale non è sempre semplice, anche perché la gran parte delle donne che desiderano sottoporsi a questo intervento ha in partenza un seno piccolo o svuotato. Il problema in questi casi, è dare una sufficiente copertura alla protesi, per evitarne la eccessiva visibilità sotto dei tessuti poco rappresentati. La tecnica dual plane, letteralmente “doppio piano” introdotta dagli USA alcuni anni fa, viene incontro a questa precisa esigenza.Essa prevede il posizionamento della protesi in silicone al di sotto di una tasca parzialmente retro ghiandolare, che copre la protesi nei quadranti infero-esterni, e parzialmente retro muscolare, che invece la copre nella porzione mediale e in alto.
In pratica, unisce i vantaggi delle due tradizionali tecniche di posizionamento di impianto mammario, esclusivamente retro ghiandolare o esclusivamente retro muscolare. In questo modo, anche se la paziente sceglie di aumentare il volume del seno in maniera generosa, la presenza del muscolo pettorale sopra la protesi nella regione centrale, rende il décolleté molto piacevole e naturale.
Inoltre, nonostante la copertura del muscolo, le moderne protesi mammarie, consentono il mantenimento di un’eccezionale morbidezza al tatto. Essenziale è essere molto precisi e accurati nella esecuzione della tecnica, per evitare problemi quali il rippling, ovvero la formazione di pieghe cutanee nella parte mediale dei due seni, o la sinmastia, ovvero l’eccessivo release del muscolo pettorale con conseguente creazione di un’unica tasca unita centralmente.