Conviene fare un po’ di chiarezza sull’uso del botulino per finalità estetiche. Negli Stati Uniti, da oltre 10 anni, l’ impiego della tossina botulinica è al primo posto in campo estetico non chirurgico con una crescita costante, tanto da ridurre in modo drastico la richiesta di interventi invasivi sulla regione fronto-orbitaria.
In Italia, è invece preceduto dall’acido ialuronico, pur registrando una crescita del 15,6% rispetto all’anno 2012, secondo dati Aicpe (Associazione Italiana Chirurghi Plastici Estetici).
Tuttavia spesso, la poca chiarezza sull’argomento, le informazioni non corrette e i falsi miti hanno contribuito ad alimentare una diffusa diffidenza, se non ostilità, verso la tossina.
La tossina botulinica di tipo A (questa la denominazione scientifica corretta) agisce bloccando selettivamente la trasmissione nervosa ai muscoli dove viene inoculata.
Questo “blocco” si definisce parziale e transitorio, poiché il suo effetto, se ben dosato, non è completo su tutto il muscolo e ha una durata limitata nel tempo. Pertanto non è vero che il trattamento generi espressioni “troppo tirate” o “da maschera”.
La particolarità è che, con le formulazioni oggi in commercio, gli effetti collaterali sono pressoché nulli. Anzi, spesso si sottovaluta che il botulino è a tutti gli effetti un farmaco, che nelle strutture ospedaliere viene usato per molti motivi, dalla cura dello strabismo alla acalasia.
Con finalità puramente estetiche, il botulino rimane il trattamento di scelta per le rughe di espressione degli occhi, della glabella e della fronte. Chiaramente, va utilizzato con cautela ed esperienza. L’importante è che il medico sia qualificato a eseguire il trattamento, meglio quindi se specialista in Chirurgia Plastica, e fornisca alla paziente tutte le informazioni richieste, ivi compreso la marca del prodotto utilizzato.